martedì 3 marzo 2009

La Morte degli Sceneggiatori (Cinematografici)?


Qualcuno sa cosa è successo a questa categoria?
Malattie veneree? Malattie mentali? Troppe pippe e poche donne? Troppi soldi o troppi pochi? Li hanno messi fuori legge, sterminati e sostituiti con maiali geneticamente modificati che hanno il pollice opponibile?
Ora, mi rendo conto, lo vedo anche qui in America, che la crisi metta tutti sul chi va là. Così c'è gente, professionisti che un lavoro ce l'hanno ancora, che se la fa sotto, produce male e con aggressività. Fa dischi, libri, giochi, copertine orribili e non accetta un no come risposta. Si arrocca su posizioni indifendibili come uno beccato a tradire la moglie: "Ma no, amore, non è come pensi. Lei è inciampata e io sono caduto."
Però, diamine, possibile che nessuno sappia più scrivere un film?

Ok lo schema classico, il viaggio dell'eroe o come volete chiamarlo, non funziona più. Semplicemente è arrivato al capolinea anche solo come vago punto di riferimento (parlo del punto di vista sul viaggio dell'eroe non il viaggio in sé che in quanto archetipico non può non funzionare). E quindi o hai una visione molto potente di quello che vuoi fare (che è sempre stata la via italiana) oppure le capacità tecniche, da sole, non bastano. È una crisi umana non solo economica. Una crisi etica e morale. Ci stiamo perdendo. E io penso che solo film critici che fanno di questa crisi il loro oggetto funzionino davvero. Come lo è stato The Dark Knight, come lo è The Wrestler che consiglio a tutti, davvero.

THE WRESTLER
Regia pulita, efficace, con quel gusto per l'inquadratura speciale ma dosata, un punto di vista spesso di spalle con la persona in primo piano che non ti guarda ma che sei tu in effetti, come in un videogame. E una sceneggiatura che non ti accorgi nemmeno che è stata scritta, che c'è ma non si vede e quando si vede è solo per colpirti bene e forte e duro. Bellissimo.
Le cose che dice sono simili per molti versi a The Dark Knight. C'è un discorso alla base su cosa fare ora, in questo mondo. Sul fatto che per gli eroi, di quelli da epopea epica, non c'è più spazio. Sul fatto che le colpe dei padri e delle madri ricadono sempre sui figli e poi tutto diventa una merda. Che non sappiamo cosa stia succedendo alla Donna, perché la Donna sta cambiando e solo quando scoprirà chi è veramente allora noi sapremo dove stiamo andando. E sul fatto, infine, che ci sono cose per cui vale la pena più che per altre. E sono le più piccole e le più semplici. Tornerà il momento di andare a salvare il mondo, ma non è oggi. Oggi vedi di non sprecare quello che hai, che è già tanto.

THE READER
Niente male davvero. Riesce a commuovere e a muovere. Per chi ama L'Allievo forse ci sono troppe facilonerie e al contempo troppe intellettualonerie, ma vale la pena vederlo perché qui il personaggio lo segui, non ne esci e ti chiedi, a un certo punto, cosa faresti tu. Avrei evitato i quattro flussi temporali sovrapposti e il fatto che tutte le donne che 'sto qui incontra sono gnocche da paura, però mi è piaciuto. E Kate Winslet è bella pure senza trucco, di una bellezza casalinga. Terribile frase dell'anno (cito a memoria): "che importa che ho imparato io, i morti restano morti".

Invece. Non capisco:

THE MILLIONAIRE
Allora. Prima mezz'ora da paura. Sembrava di vedere la versione 2009 di Huckleberry Finn. Avevo le lacrime agli occhi. Poi. Poi una serie di scene girate da dio, direttore delle fotografia e regista in estasi e occhi che danzano. Ma lo sceneggiatore era in coma e nessuno se n'è accorto. 20cc di morfina, vi prego.
Ora, mi rendo conto che si tratta di un modello narrativo indiano che non ci appartiene, melodramma con regole proprie che dobbiamo capire e bla bla bla. Io non ho creduto nemmeno per cinque minuti a niente. Né alla storia d'amore (è una donna quella lì?) né al rapporto fratello fratello (dategli qualcosa, è schizofrenico) né ai sogni di Jamal (io continuo a pensare che il deus ex machina non funzioni da 2000 anni a questa parte poi fate vobis).
Non poteva essere che Jamal sceglieva di andare da Latika invece di vincere dei soldi in tv? Che almeno dava un po' di valore alla cosa? Sarà che sono cresciuto con roba wilderiana tipo "e non ho avuto i soldi e non ho avuto la donna" però io non penso che sia così che si fa una storia. Ah e per favore non esiste che dai un appuntamento alla donna della tua vita tipo "ci vediamo alla stazione": cazzo stiamo parlando di un subcontinente, il più popolato al mondo dopo la Cina, dai. Ho capito la sospensione dell'incredulità ma così è ridicolo. Ok, sfogo finito.

Poi.

CORALINE
Neil Gaiman è troppo intelligente. E vuole troppo fare lo scrittore. I suoi ultimi libri sono perfetti ma non hanno un minimo di sentimento manco a cercarlo col lanternino. E visto che lui vuole fare cose profonde e sentimentali direi che ha un problema. Non gli viene più di muovere le persone come sapeva fare. Ma vabbé, ci può stare. I suoi libri scorrono che è un piacere e arrivi alla fine senza ammaccature.
Peccato che nel film tratto dalla sua bellissima novel abbiano aggiunto personaggi che non c'erano - tipo il ragazzino - e abbiano seguito alla lettera un manuale di sceneggiatura, tipo McKee. Tutto sembra perfetto, tutto è perfetto: così tanto che ognuno fa esattamente quello che deve fare. E proprio qui sta il problema. Fanno quello che devono, non è naturale. E torna tutto per forza, e non riesci a perderti in una storia che dovrebbe per prima cosa farti perdere. Ah, e ci sono ben TRE deus ex machina. Cos'è, un'epidemia? Visivamente però, gente, è un capolavoro. E va visto in 3D, da urlo.


Giovedì proiezione di mezzanotte di Watchmen. Ho voglia di entusiasmarmi come un ragazzino, di quelli che ho visto alla Wondercon. Non mi vesto da Dr. Manhattan solo perché non c'ho il fisico e nemmeno la donna seminuda a fianco.

2 commenti:

La donna senza testa ha detto...

Altre cose che mi sono rimaste in testa dopo the Reader: Bruno Ganz (un attore scelto per dare un tocco crucco a qualunque cosa), dice: "Non importa ciò che provi, importa ciò che fai". Ahia, che male.
E poi c'è questa ebrea sopravvissuta ai campi che da giovane era bella e tedesca e aveva a pelle di porcellana e ora è ricca e newyorkese e ha un faccia da copertone, che guarda Ralph Fiennes negli occhi, quegli occhi da leprottino senza carota e dice : "Se cerca la catarsi vada al cinema o a teatro, non in un campo di sterminio. Non c'è niente in un campo di stremino, niente." Che coraggio.

Unknown ha detto...

vero, donna senza testa
quello è stato il momento più forte
che colpo
la mia amica Kat stava piangendo mentre vedeva quella scena

ehi, aspetta. un film che è piaciuto a tutti e due. saremo mica malati? :)