venerdì 27 marzo 2009

Forse Non Hai Capito


M
Originally uploaded by green.eggs
Piantiamola con il plurale, piantiamola con il noi. Basta con il 'facciamo qualche modifica qui'. Si tratta di IO e di TE. Non ti sei accorto di niente, troppo impegnato a tenerti il lavoro, che se non stai attento domani ti ritrovi in mezzo a una strada. Troppo impegnato a inculare qualcuno che in fondo la vita è così (allora, ti senti meglio adesso?). Troppo impegnato a commentare l'ultima puntata di XFactor, perché è un programma fatto bene e interessante e bla bla bla.
Lo vedi il bel culo qui accanto? Continua a guardarlo, dai, fai finta di niente. In fondo ti hanno appena privato di una libertà fondamentale, e che sarà mai? Ne hai ancora un sacco. E poi, in fondo, non potrai solamente più decidere cosa fare del TUO corpo. Che vuoi che sia? Anzi, sai che c'è, ci pensa Gasparri, lui che, non avendo chiaramente MAI vissuto nel mondo reale, sta con il partito della vita, il partito vincente. E nessuno, si sa, vuole essere del partito della morte che perde sempre.

Tra uno status di Facebook e l'altro, tra una tetta e un culo andate qui, commentate postate fate qualcosa:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=339466
http://www.lestorie.rai.it/category/0,1067207,1067002-1084792,00.html
Rrobe
AdrianoBarone
Violetta Bellocchio



Si annunciano novità, mia cara e mio caro. Dal 1 aprile 2009 stabilite con un DL d'urgenza firmato da Benedetto XVI multe salatissime e fino a venti anni di carcere duro, regime 41bis, per chi compra i preservativi al di fuori delle feste di gavettoni per la fine dell'anno scolastico.
La domanda è sempre la stessa e, purtroppo, anche la risposta. Ma gli italiani quante bastonate possono prendere prima di dire basta?


Ah, intanto nel mondo succedono queste cose.

venerdì 20 marzo 2009

PSYCHOBOOK (contenuti speciali per chi ha letto il libro)



Dal rapporto di polizia del 7 marzo 2019 – Sergente Moro – matricola 7479

Ne abbiamo preso un altro. Ci ha chiamato la moglie alle tre e cinquanta del mattino. Si è svegliata e lui non c’era, sul cuscino un biglietto: Mario Brambilla è andato a comprare le sigarette. Mario Brambilla non fuma, ma non era questo il problema. Sotto, in blu, aveva aggiunto: commenta – mi piace. Gli era tornata. La febbre da Facebook.

Lo abbiamo trovato dopo tre giorni in un grande magazzino di Milano Due. Era in uno stato pietoso. Canotta azzurrina ingiallita, calzini beige con ciabatta da turista teutonico in vacanza a Bellaria e boxer extralarge macchiati di salsa cocktail e Dixie al formaggio. Aveva riaperto clandestinamente il suo profilo.
Cambiava status ogni cinquanta secondi esatti, pause fisiologiche comprese. L’ultimo diceva: Mario Brambilla viene arrestato da un amico. Credeva che fossi uno dei suoi contatti. Gli ho detto che non ero su Facebook. “Tutti sono su Facebook” ha risposto “anche la mia ex delle elementari, anzi ora le mando un pesciolino canterino e ti consiglio l’amicizia!”
Sulla bacheca sessanta album di foto a Cefalù, Londra, Egitto e Maldive. Poi aveva attaccato con gli autoscatti. Mai visto tante pose in mutande da quando rubavo il catalogo Postalmarket a mia nonna.
Abbiamo cercato di prenderlo con le buone. Urlava che doveva comprare il nuovo item limitato su Pet Society, altrimenti la gnocca del marketing, quarta abbondante bionda con meches rosa, non gliel’avrebbe mai data. Poi ha preso a piangere perché nessuno commentava, nessuno lo taggava né pokava. E i compagni d’asilo non rispondevano alle richieste d’amicizia. Ho provato a spiegargli che Facebook non esiste più per evitare che gente come lui perda il lavoro, la moglie e ogni briciolo di dignità. Ho provato a spiegargli che un gruppo di resistenza armata per la salvaguardia dei rapporti umani chiamato Psychobook ha iniziato una sanguinosa guerra contro i social network al grido di “Evviva il realismo! Morte a Facebook!” e ha vinto, a caro prezzo, ma ha vinto. Ho provato, è stato inutile: mi ha chiesto se poteva diventare fan del gruppo.
È la peggiore ricaduta che vedo da quella tizia che postava le sue foto nuda dal cellulare e chiedeva l’amicizia alle vecchiette in carrozzina alla fermata della 59. Capita sempre meno spesso ormai e spero che Mario Brambilla sia l’ultimo. Mentre lo trascinavamo via si è aggrappato alla sedia. Ci ha chiesto se poteva creare un evento sul suo arresto, solo un’ultima volta, e se potevamo confermare la nostra presenza. Impietositi gli abbiamo fatto vedere il profilo. E lo abbiamo chiuso prendendo a manganellate il computer. Amo il mio lavoro.

Aggiornamento del 1 settembre 2019
Dopo la riabilitazione Mario Brambilla è guarito. Ride, scherza e la domenica porta moglie e figli a fare picnic in campagna. Quando gli gira guarda la tv e si collega a internet, ma non è che ne abbia bisogno. Viva il realismo! Morte a Facebook!

venerdì 13 marzo 2009

Kick Ass!


Non sono mai stato un fan sfegatato di Mark Millar. Cioé Wanted (il vero Wanted non quella schifezza del film con il culo della Jolie) è stupendo e gli Ultimates non sono da meno. Ma. Non so. Gli mancava sempre qualcosa, un po' di consapevolezza forse, o più semplicemente un po' di vita sotto le ceneri alla fine. Perché ha devastato tanto che quando sono arrivato all'ultima pagina mi serve una ragione, una promessa nel cuore come dice McCarthy.
E stavolta c'è.

Leggete questo fumetto, leggere Kick Ass. Non è ancora finito, potrebbe sempre fare casino nelle prossime uscite eh, ma per ora è perfetto. In pratica comincia con un'idea che all'apparenza sembra solo una trovata: un ragazzino sfigatissimo e normalissimo, drogato di comics e supereroi decide di mettersi davvero a fare il supereroe. E fin qui niente di cui scrivere a casa.
Peccato non abbia superpoteri perché questo mondo è il nostro mondo, quello reale, e lo corchino di mazzate. Sei mesi all'ospedale. Comincia così Kick Ass, fatica adulta della Marvel sezione Icon.
All'apparenza dicevo perché sotto sotto in questo modo Millar riesce a fare una cosa bellissima: riporta alla luce l'entusiasmo del supereroe, quello che senti da ragazzino quando leggi per la prima volta le avventure dell'Uomo Ragno o di Batman. Insomma va letto.
Anche perché i disegni di Romita Jr sono spettacolari, ci ha messo un sacco di se stesso per quelle poche pagine mensili. Dettagli e potenza narrativa da farti stare alzato fino a tardi a rimirartele.

mercoledì 11 marzo 2009

Perplessità


Leggo questo articolo.
Ora.
Prima di tutto non è vero che questo sistema di scannerizzazione umana (che sembra uscito da Atto di Forza) è attivo da oggi negli Stati Uniti a Salt Lake City perché settimana scorsa io ci sono passato all'aeroporto di San Francisco.
Poi.
Che alcuni passeggeri siano perplessi io non lo capisco. E non solo perché a me, se mi vedono nudo, viene da dire "e 'sticazzi?" – non capisco tutta questa ossessione per la privacy, volete controllarmi il cellulare, sapere dove sono, registrare le telefonate? Volete postare le mie foto mezze nude sulle spiagge di Bellaria? Sempre 'sticazzi mi viene da dire. Ma davvero pensate che freghi a qualcuno? È solo una delle tante scuse per approvare decreti legge da regime e prendere per il naso la povera gente. D'altra parte Facebook ha dimostrato che la povera gente della privacy non sa che farsene, vista la quantità di foto seminude postate o di informazioni personali fornite a chiunque – ma non è questo il problema. Il sistema, almeno fino a quando l'ho provato io venerdì e credo sia ancora così, è a scelta. Cioé non sei obbligato a passarci, puoi fare la coda in dieci altre postazioni con metal detector classico. Tu decidi se passarci dentro. Quindi che minaccia alla privacy è?
Non sarebbe più logico apprezzare gli sforzi fatti per impedire che qualcuno porti armi di qualunque tipo sugli aerei? Per una volta che si cerca di prevenire...
Al limite verrebbe da chiedermi se provoca o no radiazioni e simpatici effetti collaterali non previsti. Per ora non mi è cresciuto un terzo capezzolo, quindi sto tranquillo.

Perché questo post? Perché mi sono stancato del pressapochismo, mi sono stancato del giornalismo male-informato (tempo fa scrissi, sempre alla Repubblica online, per far cambiare un servizio video che parlava del bieco uso che la Disney fa dei suoi film di animazione per fare propaganda contro i regimi mondiali nemici degli Stati Uniti: non ho scritto per il servizio in sé, ma perché per dimostrare la teoria si utilizzava Anastasia che non è, notoriamente, un film Disney), giornalismo, dicevo, male-informato che tende a creare paura, che spinge la gente a temere tutto quello che non conosce, a desiderare di essere lasciata in pace in casa propria con il proprio tostapane (come dicevano in Quinto Potere) e a desiderare che alle cose grosse ci pensi qualcun altro. E questo, io penso, è sbagliato.

"Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"

Il Nostradamus de Noattri


2002 gente. Quindi ben sette anni fa. E questo mi spaventa. Dovrebbe spaventare anche voi, un bel po'.
Avete per caso guardato il TG1 o il TG2 ultimamente?


interessanti letture sul blog di Adriano Barone qui e su quello di Roberto Recchioni qui.

martedì 10 marzo 2009

My Book, My Pic, My Word




Un paio di segnalazioni su come si sta muovendo il piccolo figlio biancorosso che ho partorito in tutta fretta. Il mio libro.

Su anobii c'è una recensione con le quattro stelle.

Giovedì 12 alle 11:00 sono in diretta su radio 105 e dato che sarò proprio lì in studio mi tremano un po' i mutandoni. Mai stato in una radio che io mi ricordi.

Sempre giovedì ma verso le 9:45 sono in diretta sulla RSI, la radiotelevisione Svizzera!

Pazzesco.

domenica 8 marzo 2009

And don't criticize what you can't understand (Watchmen, il film)


Metreon di San Francisco, 06/03/09 ore 00.01

Fra i migliori titoli di testa che abbia mai visto in vita. Non scherzo. Geniali.
Avevo le lacrime agli occhi e lo stomaco in subbuglio.
Il film non so dire cos'è. Non so dire se è bello o brutto. Perché un po' non è un film, un po' è un fumetto che si muove.
Le inquadrature sono spesso identiche a quelle della graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, perché per metterci un po' - non tutto che tutto era impossibile - Snyder ha usato più le interruzioni, la closure, insomma i salti logici e temporali fortissimi che di solito si usano nel fumetto e non nel cinema. E nel cinema fa un po' strano che non ci siano pause e tutto si muove a secondi, come trecento videoclip messi insieme.
Quindi non è un film in senso classico e non lo so mica se funziona, io so a memoria il fumetto sapevo le battute prima che le dicevano. Non posso dirlo. Inoltre tutti si pestano troppo, le sorprese sono solo audio a palla e poco altro. E il finale cambiato è cambiato solo in superficie, per il resto l'idea è quella. Funziona anche così, è meno spiazzante e forse per questo la reazione mondiale così repentina è meno comprensibile, ma ci sta tutto.
Poi, alla fine, queste cose che ho detto lasciano un po' il tempo che trovano. E i personaggi sono bellissimi, sono fottutamente veri. Non come le macchiette che riempiono il cinema di solito. Sono persone complete e sono di più, sono eroi.
Sembrava di essere dentro l'Iliade a un certo punto. Come quando a scuola per un secondo, solo per un secondo, superi l'odio naturale che hai per le cose che ti costringono a leggere e ti resta addosso una sensazione profonda e potente, di qualcosa di antico e vero e la tua vita ti sembra viaggi più in alto, in un certo senso. E sei lì sul banco che disegni omini che si combattono sotto le mura della città, anzi sei lì con loro a combattere e sentire la polvere in bocca che ti gratta la lingua asciutta e arriva Apollo che fa un mazzo così a tutti tranne che a Diomede e via così...
E le scene aggiunte (più o meno c'erano tutte nelle parti di testo della graphic novel, ma non erano visualizzate) da Snyder sono bellissime.
E c'è una scena di sesso quasi vera, insomma almeno ci hanno provato a non fare la solita roba da stacco sui primi piani e loro a letto sorridenti. Scopano. Evvivadio. E su Leonard Cohen per giunta.

Io l'ho visto a mezzanotte. Con gli americani che urlavano e applaudivano il nome di Rorschach. Non so dire se è bello o brutto, però posso dire che mi è piaciuto da morire e non mi esce da dentro. Andatelo a vedere, fatevi 'sto favore.



Le domande rimaste in sospeso:

Quanto cacchio hanno speso per la colonna sonora?
Quanto è costata la plastica facciale a Rorschach per farlo uguale al fumetto?
Quanto è bella Malin Akerman?
Quanto si assomigliano Berlusconi e Nixon?

a presto con le risposte

giovedì 5 marzo 2009

C'è Pure lo Sconto!

Suona molto nerd e molto poco intellettuale, lo so. Gli scrittori veri non fanno così. Ma chissene.
Io sabato scorso ho fatto una coda immane solo per vedere Carrie Fisher, andiamo.

Cioé, c'è il mio libro alla Feltrinelli. Da non crederci che sia vero.

Che poi...


Time 001
Originally uploaded by clemato
THE READER, continua...

Quando Michael chiede ad Hanna cosa ha imparato riguardo al passato, lei risponde che non ha imparato niente, a parte a leggere e scrivere.
E come mi ricorda la Donna Senza Testa nel commento al post precedente c'è la giovane sopravvissuta ai campi che dice: "Se cerca la catarsi vada al cinema o a teatro, non in un campo di sterminio. Non c'è niente in un campo di stremino, niente."
E invece. Alla fine del film (ok, non leggete oltre se non lo avete visto) alla fine del film Michael è con sua figlia sulla tomba di Hanna. Lei chiede chi fosse e lui comincia a raccontare. "Avevo 15 anni, stavo tornando a casa e stavo male..."

Alla fine non è vero che non è venuto fuori niente dal campo di sterminio, non è vero che i morti restano morti e non è vero che lei ha imparato solo a leggere e scrivere. Perché Hanna stessa è diventata una storia, come quelle che amava farsi raccontare. Una storia terribile, orribile e schifosa. Ma pur sempre una storia. E questo conta.

martedì 3 marzo 2009

La Morte degli Sceneggiatori (Cinematografici)?


Qualcuno sa cosa è successo a questa categoria?
Malattie veneree? Malattie mentali? Troppe pippe e poche donne? Troppi soldi o troppi pochi? Li hanno messi fuori legge, sterminati e sostituiti con maiali geneticamente modificati che hanno il pollice opponibile?
Ora, mi rendo conto, lo vedo anche qui in America, che la crisi metta tutti sul chi va là. Così c'è gente, professionisti che un lavoro ce l'hanno ancora, che se la fa sotto, produce male e con aggressività. Fa dischi, libri, giochi, copertine orribili e non accetta un no come risposta. Si arrocca su posizioni indifendibili come uno beccato a tradire la moglie: "Ma no, amore, non è come pensi. Lei è inciampata e io sono caduto."
Però, diamine, possibile che nessuno sappia più scrivere un film?

Ok lo schema classico, il viaggio dell'eroe o come volete chiamarlo, non funziona più. Semplicemente è arrivato al capolinea anche solo come vago punto di riferimento (parlo del punto di vista sul viaggio dell'eroe non il viaggio in sé che in quanto archetipico non può non funzionare). E quindi o hai una visione molto potente di quello che vuoi fare (che è sempre stata la via italiana) oppure le capacità tecniche, da sole, non bastano. È una crisi umana non solo economica. Una crisi etica e morale. Ci stiamo perdendo. E io penso che solo film critici che fanno di questa crisi il loro oggetto funzionino davvero. Come lo è stato The Dark Knight, come lo è The Wrestler che consiglio a tutti, davvero.

THE WRESTLER
Regia pulita, efficace, con quel gusto per l'inquadratura speciale ma dosata, un punto di vista spesso di spalle con la persona in primo piano che non ti guarda ma che sei tu in effetti, come in un videogame. E una sceneggiatura che non ti accorgi nemmeno che è stata scritta, che c'è ma non si vede e quando si vede è solo per colpirti bene e forte e duro. Bellissimo.
Le cose che dice sono simili per molti versi a The Dark Knight. C'è un discorso alla base su cosa fare ora, in questo mondo. Sul fatto che per gli eroi, di quelli da epopea epica, non c'è più spazio. Sul fatto che le colpe dei padri e delle madri ricadono sempre sui figli e poi tutto diventa una merda. Che non sappiamo cosa stia succedendo alla Donna, perché la Donna sta cambiando e solo quando scoprirà chi è veramente allora noi sapremo dove stiamo andando. E sul fatto, infine, che ci sono cose per cui vale la pena più che per altre. E sono le più piccole e le più semplici. Tornerà il momento di andare a salvare il mondo, ma non è oggi. Oggi vedi di non sprecare quello che hai, che è già tanto.

THE READER
Niente male davvero. Riesce a commuovere e a muovere. Per chi ama L'Allievo forse ci sono troppe facilonerie e al contempo troppe intellettualonerie, ma vale la pena vederlo perché qui il personaggio lo segui, non ne esci e ti chiedi, a un certo punto, cosa faresti tu. Avrei evitato i quattro flussi temporali sovrapposti e il fatto che tutte le donne che 'sto qui incontra sono gnocche da paura, però mi è piaciuto. E Kate Winslet è bella pure senza trucco, di una bellezza casalinga. Terribile frase dell'anno (cito a memoria): "che importa che ho imparato io, i morti restano morti".

Invece. Non capisco:

THE MILLIONAIRE
Allora. Prima mezz'ora da paura. Sembrava di vedere la versione 2009 di Huckleberry Finn. Avevo le lacrime agli occhi. Poi. Poi una serie di scene girate da dio, direttore delle fotografia e regista in estasi e occhi che danzano. Ma lo sceneggiatore era in coma e nessuno se n'è accorto. 20cc di morfina, vi prego.
Ora, mi rendo conto che si tratta di un modello narrativo indiano che non ci appartiene, melodramma con regole proprie che dobbiamo capire e bla bla bla. Io non ho creduto nemmeno per cinque minuti a niente. Né alla storia d'amore (è una donna quella lì?) né al rapporto fratello fratello (dategli qualcosa, è schizofrenico) né ai sogni di Jamal (io continuo a pensare che il deus ex machina non funzioni da 2000 anni a questa parte poi fate vobis).
Non poteva essere che Jamal sceglieva di andare da Latika invece di vincere dei soldi in tv? Che almeno dava un po' di valore alla cosa? Sarà che sono cresciuto con roba wilderiana tipo "e non ho avuto i soldi e non ho avuto la donna" però io non penso che sia così che si fa una storia. Ah e per favore non esiste che dai un appuntamento alla donna della tua vita tipo "ci vediamo alla stazione": cazzo stiamo parlando di un subcontinente, il più popolato al mondo dopo la Cina, dai. Ho capito la sospensione dell'incredulità ma così è ridicolo. Ok, sfogo finito.

Poi.

CORALINE
Neil Gaiman è troppo intelligente. E vuole troppo fare lo scrittore. I suoi ultimi libri sono perfetti ma non hanno un minimo di sentimento manco a cercarlo col lanternino. E visto che lui vuole fare cose profonde e sentimentali direi che ha un problema. Non gli viene più di muovere le persone come sapeva fare. Ma vabbé, ci può stare. I suoi libri scorrono che è un piacere e arrivi alla fine senza ammaccature.
Peccato che nel film tratto dalla sua bellissima novel abbiano aggiunto personaggi che non c'erano - tipo il ragazzino - e abbiano seguito alla lettera un manuale di sceneggiatura, tipo McKee. Tutto sembra perfetto, tutto è perfetto: così tanto che ognuno fa esattamente quello che deve fare. E proprio qui sta il problema. Fanno quello che devono, non è naturale. E torna tutto per forza, e non riesci a perderti in una storia che dovrebbe per prima cosa farti perdere. Ah, e ci sono ben TRE deus ex machina. Cos'è, un'epidemia? Visivamente però, gente, è un capolavoro. E va visto in 3D, da urlo.


Giovedì proiezione di mezzanotte di Watchmen. Ho voglia di entusiasmarmi come un ragazzino, di quelli che ho visto alla Wondercon. Non mi vesto da Dr. Manhattan solo perché non c'ho il fisico e nemmeno la donna seminuda a fianco.