mercoledì 16 aprile 2008

Lingue Assassine


Chi di lingua ferisce...
Originally uploaded by justnerve
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Vado al Rocket, a Milano. Adoro la tappezzeria, sul serio. Mi sembra sempre di essere nel salotto di mio zio a Biassono, che è la casa dove un po' sono cresciuto, andavo a raccogliere le ciliegie sui suoi alberi e non sono mai caduto. Bevo, non ricordo quanto, ma ricordo che appena arrivato qualcuno mi offre un bicchiere rosa mezzo pieno di liquidi. Bevo ancora. Comincio a sciogliermi quando mi mettono una parrucca colorata che se mi vedessero i miei cugini di Biassono - i figli di mio zio di Biassono, quello delle ciliegie - è probabile mi prenderebbero a sassate. Ma tant'è, io sono uno che si mimetizza bene. Avete presente Zelig, il personaggio di Woody Allen?
Faccio un po' di foto, conosco gente che non capisco e con cui non mangerei una pastasciutta nemmeno per evitare la dannazione eterna. No, manco con la dj pornodiva. Una ragazza mi blocca fuori dai bagni, mi racconta che vorrebbe andarsene, le dico scappa. È giovane, carina e sa il fatto suo come tutte le ragazze che ho conosciuto di recente. Dico, scappa. Dopo le ultime elezioni mi viene da dire anche, scappa in fretta. Vero, qui ci sarà da ridere per cinque anni e non è una cosa da poco. Ci tiene su il morale. Ma il futuro? I sogni? Dio, che parole orribilmente sfigurate. Punti di vista? Mi piace molto di più, suona nuova.
Le dico, ti faccio una foto. Fammi la linguaccia, dico, bleah, fa lei. E quando arrivo a casa scopro l'oggetto, il punctum, il segreto. Un lucido, lucente e liquido piercing.

Ti cambia tutto il punto di vista su una donna, una cosa così. E io sto ancora cercando il punto di vista nuovo sull'altra parte del cielo. Di qui, comunque, piove a dirotto.

Poi mi addormento e sogno mio zio che mi chiede perchè in inglese non esiste una vera parola per definire il nostro 'furbo', mentre sono fermo alla frontiera della Repubblica Democratica Tedesca su una cinquecento usata dove dorme il mio amico Ale accanto a uno cui ho appena sparato. Mi sveglio. Ci penso su. Io non ho mai avuto una cinquecento.
La mia ragazza si lamenta nel sonno. Sogna di macelli e gente che si strappa a morsi un tendine dall'avambraccio, subito prima che una parata di fenicotteri rosa su trampoli arrivi cantando e ballando per portarla nel regno della regina gufo.

Mi vengono in mente tre parole. Ballare. Cantare. Cardigan. Solo una di queste ha a che fare con la morte e in fondo quello che ho capito è che non c'è stata sconfitta. Perché non c'era nessuno in gara. Forse, ma solo forse, sarebbe il caso di uscire della prigione in cui ci hanno messo da quando siamo nati. Ribaltare la posizione, immaginando che Dio sia la totale immoralità umana (scusa Albert). Se ti cuciono le palpebre quando nasci ti marciscono gli occhi. E per le promesse del cuore? Quanto devono essere spessi ago e filo?

7 commenti:

dyingmoon ha detto...

Per cucire le promesse del cuore basta anche solo un filo di seta. Dipende da quanto sei forte. O debole.

Affascinante vedere la tua vita da qua. The Spectator.

lula ha detto...

le promesse del cuore marciscono comunque a meno che non siano vere. e certe volte pure allora.

lula ha detto...

però ti prego, Ale: ciliegie. ti prego. ciliegie. se no fa male agli occhi.

Anonimo ha detto...

è "cardigan" vero?
...la parola che ha a che fare con la morte...
La tua, per la precisione, se te lo vedo ancora addosso...
miii, la tolleranza è il mio forte:)
aggiungila alla lista dei miei pregi, se c'è ancora un pò di spazio.

Alessandro Minoggi ha detto...

cazzo, fregato d'anticipo. stavo scrivendo esattamente: è "cardigan" vero?
...la parola che ha a che fare con la morte...

giuro.
esattamente così.
solo senza puntini di sospensione prima della risposta.

anonimo maledetto.

A.

Anonimo ha detto...

uella minoggi che fai, mi vuoi fregare le battute?!
per fortuna gioco d'anticipo:)
baciotti

B.

Alessandro Minoggi ha detto...

(rido)

A.