"Conservo di nascosto sempre lo stesso smalto". Do you get it?
C’è una in Jones street, sbattuta in un angolo. È avvolta per metà, la metà che non si vede, in un sacco a pelo verde militare che solo a guardarlo puzza come una fogna a cielo aperto. Si accende una sigaretta. Il tipo che quando ti prende tra le cosce ti ingoia come un croccantino per cani. Sta parlando, ma a nessuno in particolare. Racconta la storia di due cinesi. Dice che le ha conosciute a Shanghai e che Shanghai non esiste.
— Non è come San Francisco, ok? — dice — A Frisco te ne vai sotto il Bay Bridge, ti siedi sul molo, mangi un doppio col formaggio e ci sono quei rompicoglioni dei gabbiani, e hai un buco nella maglietta così grande che sembra un bikini, però tu lo sai che sei in un posto che esiste, giusto? Che un pomeriggio sulla spiaggia a cercare bottiglie per farti qualche soldo ce lo passi sempre. Ma Shanghai no. Shanghai non c'è. È una cazzo di città fantasma. Non ci vive nessuno in quel posto, è solo per i turisti che cercano di fottere a buon mercato e basta.
La ragazza si accende un'altra sigaretta. Dice che le sue amiche a Shanghai ci sono andate per i turisti americani. — Cercano di farsi portare via, perché farsi portare via da un americano è meglio che restare a vivere in un buco che non esiste. Una sera le ho viste bere con due uomini. Si vendevano per 100 dollari, ma i due uomini non ne volevano sapere di pagare 100 dollari, volevano solo portarle a fare un giro. E dicevano e dicevano che è tutto ok, che facevano loro.
— Quelli non erano di sicuro americani, perché io sono americana, e quelli non parlavano neanche per sogno la mia lingua, gli ho detto. Quei tipi sono russi, poco ma sicuro. Erano venuti a cercare merce da vendere, chiaro?
— Adesso viene il bello. Le cinesi lo sapevano. Cazzo sì, sapevano che non erano turisti americani, e come andavano le cose! E hanno detto che fa niente, che andava bene lo stesso. Gesù. Che essere merce è essere qualcosa, invece che un cazzo niente. E io non sapevo che dire. Non so che altro dire.
Le luci di Jones street si spengono e riaccendono, la gente urla, ride, bestemmia in italiano. Fa meno freddo di ieri e domani farà meno freddo di oggi. La ragazza con il cappello si accende l'ultima, poi restituisce l’accendino a un uomo in piedi vicino a lei. Lui si piega, le sfiora i capelli con delicatezza e le dice puttana, baciandole la punta delle dita della mano.
C’è una in Jones street, sbattuta in un angolo. È avvolta per metà, la metà che non si vede, in un sacco a pelo verde militare che solo a guardarlo puzza come una fogna a cielo aperto. Si accende una sigaretta. Il tipo che quando ti prende tra le cosce ti ingoia come un croccantino per cani. Sta parlando, ma a nessuno in particolare. Racconta la storia di due cinesi. Dice che le ha conosciute a Shanghai e che Shanghai non esiste.
— Non è come San Francisco, ok? — dice — A Frisco te ne vai sotto il Bay Bridge, ti siedi sul molo, mangi un doppio col formaggio e ci sono quei rompicoglioni dei gabbiani, e hai un buco nella maglietta così grande che sembra un bikini, però tu lo sai che sei in un posto che esiste, giusto? Che un pomeriggio sulla spiaggia a cercare bottiglie per farti qualche soldo ce lo passi sempre. Ma Shanghai no. Shanghai non c'è. È una cazzo di città fantasma. Non ci vive nessuno in quel posto, è solo per i turisti che cercano di fottere a buon mercato e basta.
La ragazza si accende un'altra sigaretta. Dice che le sue amiche a Shanghai ci sono andate per i turisti americani. — Cercano di farsi portare via, perché farsi portare via da un americano è meglio che restare a vivere in un buco che non esiste. Una sera le ho viste bere con due uomini. Si vendevano per 100 dollari, ma i due uomini non ne volevano sapere di pagare 100 dollari, volevano solo portarle a fare un giro. E dicevano e dicevano che è tutto ok, che facevano loro.
— Quelli non erano di sicuro americani, perché io sono americana, e quelli non parlavano neanche per sogno la mia lingua, gli ho detto. Quei tipi sono russi, poco ma sicuro. Erano venuti a cercare merce da vendere, chiaro?
— Adesso viene il bello. Le cinesi lo sapevano. Cazzo sì, sapevano che non erano turisti americani, e come andavano le cose! E hanno detto che fa niente, che andava bene lo stesso. Gesù. Che essere merce è essere qualcosa, invece che un cazzo niente. E io non sapevo che dire. Non so che altro dire.
Le luci di Jones street si spengono e riaccendono, la gente urla, ride, bestemmia in italiano. Fa meno freddo di ieri e domani farà meno freddo di oggi. La ragazza con il cappello si accende l'ultima, poi restituisce l’accendino a un uomo in piedi vicino a lei. Lui si piega, le sfiora i capelli con delicatezza e le dice puttana, baciandole la punta delle dita della mano.
1 commento:
Ora l'ho letta.
Dovrò vederla, San Francisco. èper convincermi che esiste.
Posta un commento