Tata. Estate 1993
– Ciao. Mi chiamo Tata.
– Tata?
– Tata.
– Io mi chiamo Alessandro.
– Lo so. Mia mamma ha detto di portarti nel nostro rifugio perché sei il nipote dei vicini. Ma non puoi, non sei una femmina e il nostro gruppo è solo per le femmine.
Sorride e corre nel bosco, oltre un ponticello minuscolo, oltre un prato che non so cosa c'è intorno.
È stata la prima cosa che mi abbia mai detto.
Quel giorno che l'ho conosciuta pensavo fosse un maschio. E non perché non fosse bella, che era proprio bellissima lei. Solo che aveva i capelli corti e io una ragazza con i capelli corti non l'avevo vista mai.
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