venerdì 30 gennaio 2009

Are We Human?


Le meduse. Leggo che c'è una medusa che in pratica è immortale. Quando finisce il suo ciclo vitale, che è una cosa che abbiamo tutti il ciclo vitale non come quell'altro ciclo, be' lei quando il ciclo finisce se ne va da qualche parte negli abissi, al buio. Come quando è morta Rosy e io mi sono chiuso in una stanza ad ascoltare una canzone di Tom Waits per una notte intera, una cosa così, e si rigenera, cioé torna indietro all'inizio. Quando era una cosa diversa, un polipo dicono. Che non è come quello che si mangia, spero.

Ora. Poi magari scoprono che non è vero, che era tutta una cazzata. Ma se così fosse questa cosa negherebbe l'unica cosa sicura che abbiamo mai avuto. La morte. Cioé avevi una certezza, che imbecille o meno, bello o brutto, scrittore famoso fico e gnocco, segretaria sfigata e inculata, pornodivo o star del cinema pagata miliardi e bella come una dea tu comunque a un certo punto morivi. Perché TUTTI muoiono. E adesso? Se adesso c'è una cosa così schifiltosa come una medusa che non muore allora significa che si può non morire. E se non muoiono loro perché devo morire io, verrebbe da pensare. Ed è una cosa bella seria da pensare.
Perché se poco poco scoprono che è possibile qui cominceranno ad esserci donne che sul letto di morte si immergono in una vasca di meduse sciolte e tornano bambine e si fanno accudire dai figli che diventano grandi e che a quel punto allevano figli e genitori e magari nonni insieme poi tocca a loro e si ricomincia da capo. Sarebbe un casino. Ok, potremmo diventare tutti una grande famiglia, ma non lo so. Io non credo che avrebbe senso. Da chi impariamo se la gente non muore? Come lo sappiamo che sbagliamo se non c'è fine? Quando diciamo basta?

Ho la netta sensazione che sarebbe come l'ultimo film di Indiana Jones. Come la nuova serie di Alita, come l'ottava serie di Scrubs. Come il nuovo libro di Stephen King (uno qualsiasi). Una volta me lo ha detto anche Jeff Smith, che lui il suo Bone lo ha finito proprio per questo motivo. Che poi ti viene da dire basta. Cambia mestiere, vai ad allevare polli in Nebraska. A un certo punto uno deve finire una cosa e passare ad altro. Io penso che la vita sia così. Che finisce e cominci una cosa diversa. Magari migliore magari peggiore, magari che non gliene frega niente a nessuno, ma di sicuro è diversa e meglio che prolungare quell'altra. E non è che così voglio sostenere l'eutanasia o roba del genere, non è questo quello di cui voglio parlare. Voglio solo dire che l'intensità si alimenta costantemente con la sua fine. E senza quella fine ci sono solo mestieranti. Essere mestieranti di letteratura, fumetto, cinema o musica è una cosa. Al limite rompi un po' le scatole, affolli le edicole e le librerie con spazzatura ma vabbé. Essere mestieranti di vita però, cazzo, questo no. Questo non lo puoi fare.

4 commenti:

dyingmoon ha detto...

Ogni giorno una maschera diversa, ogni volta portata con professionalità, oggi un Arlecchino di Solieri, domani una Greta - Ninocka. E, in fine, sipario e applausi.

Anonimo ha detto...

ci voleva così tanto a capirlo?
Era ora che ci arrivassi.

Buona nuova vita. Go ahead

Unknown ha detto...

sono lento, anonimo
se mi conosci
lo sai

lula ha detto...

no, è che ti voleveo dire che poi ero passata.
e questo pezzo è molto bello.
e vero.