giovedì 9 settembre 2010

Scrivilo tu che una volta eri capace


Rientrare è dura. Dalle vacanze dico.
Rimettere in sveglia il cervello, fargli riprendere il ritmo è davvero difficile per me. Mi succede da sempre. Come quando passo un periodo a leggere e non a scrivere e poi a scrivere non ci riesco subito e mi sento scemo. E lo stesso al contrario: fino a prima delle vacanze avevo scritto più che in tutti gli altri anni e mi sono sentito svuotato; così, per riempirmi, mi sono messo a leggere e ho fatto una fatica del diavolo. Ma Stephen King (quello della Zona Morta) ha aiutato.

E poi, stamattina, è successa una cosa.
Sono giorni che penso alle parole di Baricco (me le ha rilette Micol che mi tiene sempre sull'attenti quando mollo il colpo e mi aiuta a tagliare la torta di compleanno quando nessuno, nessuno dico, lo fa). E insomma penso al Saggio sull'Onestà Intellettuale. Che è questo:

1 Gli uomini hanno idee.
2 Gli uomini esprimono idee.
3 Gli uomini esprimono idee che non sono loro.
4 Le idee, una volta espresse e dunque sottoposte alla pressione di un pubblico, diventano oggetti artificiali privi di un reale rapporto con la loro origine. Gli uomini le affinano con tale ingegno da renderle micidiali. Col tempo scoprono di poterle usare come armi. Non ci pensano un attimo. E sparano.
5 Gli uomini usano le idee come armi, e in questo gesto se ne allontanano per sempre.
6 L’onestà intellettuale e’ un ossimoro.

Ecco, questa cosa qui, queste parole qui mi fanno paura. Perché sono vere. Perché dopo averle scritte Baricco non è stato più lo stesso - è stato Senza Sangue ecco cosa è stato, perché anche alla fine dei Barnum ha detto che smetteva perché non aveva più quell'innocenza, quella voglia di urlare le cose. Io la voglia di urlare le cose ce l'ho ancora, ma sento, stamattina ho capito, che prima o poi non ce l'avrò più. E magari avrò la saggezza dei vecchi, di Clint e Cormac, ma non avrò più quella cosa che mi ha fatto scrivere il Fumetto e il Romanzo cui tengo di più - cose che fanno stare alzati fino alle 4 del mattino perché tutte le mie stelle erano visibili in cielo, cose che fanno stare irragionevolmente in guardia. Perché stamattina mi sono alzato e mi dovevo fare la doccia ed era una cosa stupida, ma mi sembrava che era una vita che stavo facendo quello, alzarmi e farmi la doccia, e ho avuto un brivido e ho avuto paura che le mie idee fossero diventate armi e so che un po' lo sono diventate e lo è diventata la mia vita pure (inevitabile lo so, ma bisogna combatterlo sempre, sempre) e mi sono imbestialito. L'Alessandro che si sedeva in ultima fila a lezione si è svegliato. E ha messo su Alanis Morissette, la prima, quella che urlava in faccia le cose, e ha letto Bakuman (grazie Adriano), e non vuole arrendersi e sa che manca poco, ma urlerà ancora, farà ancora stare alzati fino alle 4 e metterà ancora irragionevolmente in guardia. Senza mirare, che se miri fai centro solo per fortuna, come dice Seymour. E sorriderà dentro quando, come è successo qualche sera fa al concerto degli Arcade Fire, lo spingeranno ad andare avanti ai concerti, a non fermarsi dietro, a infilarsi fra la gente spingendo e passando e facendosi insultare (grazie tu). Quella cosa lì. Quella dannata cosa lì che è onestà, se ci pensate bene. Che è volere una cosa, qualsiasi cosa, più di quanto si abbia paura di essa.

Quindi questo.

3 commenti:

Pris ha detto...

Wow. Mi sa che mi serviva una bella sferzata di energia come questa. Grazie!

Jack ha detto...

Ciao! Non perdere la voglia di urlare! :)

Unknown ha detto...

@pris: ne sono felice. moltissimo.
@danilo: non ora, no. grazie