martedì 8 giugno 2010

l'epoca della quantità, del gretto immediato


01:49

Viale Monza.
Litigio. Sì, lo so. Vuoi che te lo ripeta? Hai ragione. Come sempre. Come fa paura che tu abbia sempre ragione su di me. E continuo a non dormire per le ragioni sbagliate, a non prendere l'unica decisione che dovrei prendere, a chiedere le cose facili che non dovrei chiedere.

Via Venini.
Ci sono solo i Latin Kings che bevono l'ultima birra mentre un kebabbaro chiacchiera sulla soglia con uno e mi guarda passare. Passo attraverso una nuvola di acqua, credo sia acqua per lo meno, che stanno spruzzando per pulire le strade.

Caiazzo.
A momenti mi faccio tirare sotto, inchiodo in mezzo alla piazza. Poi passo. Si sente rumore di ferraglia sul pavé. Sono io. Cioè, è la mia bici. Argento Girardengo con il copri catena che risuona da robivecchi. Era di mia madre, credo l'abbia vinta coi punti della stirella tanti anni fa.

Via Settembrini.
Ci sono un sacco di tram e autobus e taxi in giro qui. Taglio in contromano in piazza Cincinnato, che è un nome bellissimo se uno ci pensa bene.

Via San Gregorio.
Dove c'è una chiesa che guarda un palazzo, anche di notte, e dal basso sembra New York con i piccioni bianchi, i malefici piccioni bianchi.

Corso Buenos Aires.
Qualcuno urla, ma viene da una macchina grigia. Passo tutti i rossi che riesco a prendere. Un camion della nettezza urbana quasi mi prende. Hanno la guida a destra, l'avevate mai notato?

Corso Venezia.
I Bastioni, la coppia di miliari con la camionetta e il dito sul grilletto dei fucili. qualcuno, non tanto tempo fa mi ha detto che non è normale che siano per le strade. Poi il parco, che scorre accanto. Penso che dovremmo andarci a vedere la mostra delle piante carnivore, che poi non so se la vita normale è quello. Andare a vedere le piante carnivore.
C'è una strana cosa nel palazzo all'inizio della via. Una specie di attico al centro del tetto, sembra un pezzo di Metropolis. Non lo avevo mai notato prima.

San Babila.
Anche questo è un nome che mi piace un sacco. Babila. Come Babil Junior o come Babila di Dragon Ball. In uno schermo esplodono cose azzurre.

Corso Vittorio Emanuele.
Alla mattina si evitano i turisti e i poliziotti, alla sera ci sono solo quelli delle pulizie, o meglio ci sono le camionette parcheggiate a lato. Di loro ne resta solo uno che mi lancia addosso lo sporco, mi mira proprio.

Piazza Duomo.
Alto e lì da tanto tempo che io conto poco qui sotto. Le vetrine della Rinascente sono tutte aperte, sollevate. Dentro ognuna c'è gente che lavora. Non lo sapevo che lo facevano di notte di allestirle.
Piazza Duomo è deserta. Sono in piazza Duomo ed è vuota. Nella galleria c'è solo uno che cammina nel lucido, devono aver appena pulito. Poi una coppietta mi rovina tutto. Piazza Duomo non è più deserta. Siamo rimasti in Duomo tutta la notte, a parlare, io e te. Suona romantico, mi sa. Domani o fra un po' glielo dirà.

Via Torino.
Viaggio sul marciapiede, c'è solo un pazzo qui che non mi vede.

Le Colonne.
Ecco. Arrivi qui che sono le due e un quarto del mattino di un lunedì qualsiasi su questa Terra. E ci sono ancora un sacco di ragazzi, che suonano Battisti/Mogol con la chitarra, che bevono e fumano. Che hanno tolto le transenne e se ne stanno seduti sulle pietre di quel tizio che ce le ha messe centinaia di anni fa. Fa bene una cosa così.
Il maifesto della diesel, invece, fa schifo e non ha senso.

Corso di Porta Ticinese.
Tre idioti con cane, pelati e con indosso tute che farebbero inorridire un barese mi tagliano la strada. Fanno un verso con la bocca, come i bulli a scuola. Se non mi fermassi di colpo credo che si farebbero più male le loro pelli abbronzate, le loro scarpe e tute pagate da mamma e papà che la mia bici di metallo pesante della stirella.
Fanno passare la voglia, certe volte. Il cane, poverino, mi stava pure simpatico.

Porta Ticinese.
Rosso. Qui ci sono altre bici. E gente ancora nei locali dei bastioni.

Corso Ascanio Sforza.
Non c'è più nessuno sul Naviglio tamarro. Solo i locali sudamericani con le tizie fuori a ridere anche da sole e un tizio che piscia sul muro.
La chiusa dei navigli con l'acqua che turbina e ti dice che non c'è una risposta, la devi inventare tu. Tutte le volte.

Via della Chiesa Rossa.
In discesa col verde. Non c'è nessuno, come in piazza Duomo ma senza la coppietta. L'acqua è stranamente azzurra stanotte quando arrivo a destinazione. Piano. Chiavi, ascensore e poi niente. Sono tornato a casa. Che altro devo dire?

2:32

6 commenti:

la libreria di via Volta ha detto...

bentornato.

dyingmoon ha detto...

Epperò non è che devi farti stirare da ogni camionetta che incontri, eh. Va bene la bici della stirella, ma la sindrome di Iron Man, no grazie.
Mai vista la casa di ChiesaRossa.

TSUNAMI ha detto...

Mamma mia...
Te...in bici...
Davvero Ale, tu sei pericoloso pure a piedi...
Lascia stare, fai il bravo, per il bene di tutti ma soprattutto per il tuo.
Per il resto, che ti posso dire, se non avessi parlato di tutti quei posti a me tristemente familiari il post mi sarebbe piaciuto di più.
Brrrrrrrrrrrrrrrrrr.
Mamma come son contenta di essere tornata a Roma!
:D

e comunque, a piazza Duomo la sera non c'è MAI nessuno già dopo le 10.30, a parte qualche sporadico straniero U_U
;)

:A: ha detto...

Eh. Questa è roba buona. Quando sei esaurito dai il meglio, tesoro.

Giorgio Salati ha detto...

Non ascoltare la Betta, noi stiamo bene qui a Milano a struggerci nel cemento come dei grunge anni '90.

comunque hai fatto bene a non passare da p.le Loreto, a quest'ora saresti in ospedale...

Le Furie ha detto...

@TSUNAMI: Ma un romano che ne può capire di traversate notturne in bicicletta?

;-)