venerdì 22 aprile 2011

Evolution, baby


Ho visto Scream 4.
Considerato che Scream 2 è stato uno dei miei film preferiti di tutti i tempi, sono di parte. Ma anche chissenefrega.
Scream 4 non è un capolavoro di film. È un film medio. Medio decente.
Eppure ha qualcosa di importantissimo che spedirei un sacco di gente a calci nel culo a vederlo.

*Spoiler alert, parlerò del finale, eh.*



Alla fine è stata la cugina. Era lei ghostface stavolta. Ma non è questo il punto. E nemmeno l'idea geniale (per me) di rifare il primo film senza dirtelo, con le stesse identiche scene. No, per me la cosa geniale, rubata a Californication (episodio 11 della serie 1) va detto, è il perché la cugina lo ha fatto.
Lo ha fatto perché voleva la fama di Sydney/Neve Campbell: che cazzo, pensi che io voglia studiare, faticare e lavorare? dice. Voglio la fama, voglio essere al centro dell'attenzione, voglio i soldi, voglio quello che hai tu e lo voglio ADESSO. E quasi ci riesce, pure. Quasi.
Come quasi ci riesce Mia in Californication, che ruba il libro di Hank e dice le stesse parole. Non voglio lavorare, voglio quello che hai tu. Ma non durerà, la avverte Hank.

Mia: I never intended to be famous, but I do like being the center of attention. It feels just like I thought it would. Totally fucking great.
Hank: But it's gonna go away.

Ecco. Sta tutto in quel VOGLIO QUELLO CHE HAI TU. È lì l'errore, me ne sto convincendo. L'errore bellissimo e commuovente di un'intera generazione. La mia. L'errore supremo che ci fa cadere come solo noi sappiamo. Il problema non è che non possiamo raggiungere quello che vogliamo. Il problema è che vogliamo le cose sbagliate.

Perché abbiamo visto solo quelle cose e non sappiamo cosa possiamo volere di diverso. Perché il mondo del passato (delle case editrici, dei magazines, dei libri e dei cd, delle riunioni con dieci persone del marketing che non capiscono un accidenti di niente), quel mondo sta crollando e non sappiamo cosa c'è dall'altra parte del muro. Perché ci hanno insegnato, perché ci mostrano costantemente che questo è quello che è giusto volere. La fama. La fama che hanno tutti gli altri tranne noi.
Ma quegli altri sono vecchi e vengono da un mondo che non è il nostro. Non più. E non ci riesci, ci puoi provare a diventare Syndey Prescott, ma non ci riesci, alla fine. Alla fine fallisci. E basta. Perché era una cazzata provarci sin dall'inizio.

E allora? Allora forse è venuto il momento di volere cose diverse. Per non fare la fine di Jill in Scream 4, per non fare la fine di Mia in Californication, ma nemmeno la fine di Justin Bieber o chi per lui. Basta. Cambiamo le regole del gioco. Cambiamo quello che vogliamo. E non saremo un remake, non saremo un sequel o un prequel, non saremo nemmeno un reboot. Saremo una cosa nuova. Che gli facciamo prendere la strizza alle palle a queste cariatidi che ci circondano.

lunedì 11 aprile 2011

Senza Palle I


Due cose, che sembrano non c'entrare ma c'entrano.
Questa è la prima, anche se l'ho scritta dopo. Qui sotto trovate la seconda.

Cartoons on the bay.
Ci sono andato sabato. Andata e ritorno. Non ho visto molta roba, ma tanto non è di questo che volevo parlare. C'è una terrazza bellissima all'Hotel Excelsior che dà sul mare e ti ci puoi sedere a prendere il sole. Un caffè costa 4 cazzo di euro, ma la cosa buona è che non devi prenderlo se non vuoi. Fosse sempre così la vita, sarebbe bello no?

Ho fatto un pranzo con Warren Spector. È stato bellissimo. Non perché Warren Spector è Warren Spector. Cioè, anche. Ha visto e fatto la storia del videogioco. E ha raccontato di quando giocava a Dungeons & Dragons con Bruce Sterling come Dungeon Master. E questo già bastava perché anche io come lui conservo le mie prime schede di D&D e dio solo sa quanto darei per tornare indietro. Forse è questo che facciamo. Cercare di tornare a quel momento in cui diventare un personaggio era diventarlo davvero.
Ma non è stato solo questo. Warren è intelligente e si applica. Nel senso che non è seduto, vuole di più. Warren ha una visione ed è disposto a perdere tutto per quella visione. E quando ci parli, se ci parli come ci ho parlato io, non puoi non sentire questa cosa anche un po' tua.

Poi.
Poi vai alla premiazione di Cartoons on the bay. E ci sono politici e dirigenti RAI lì. C'è Garimberti e c'è Marano. In prima fila con le guardie del corpo. E a un certo punto Garimberti sale e presenta un altro dirigente RAI. Uno che non mi ricordo il nome. Dice che è giovane, mica come dicono sempre della RAI che i dirigenti non sono giovani. Io non sono bravo a giudicare dall'aspetto, ma a detta dei miei vicini di sedia ne ha almeno 50 di primavere alle spalle il giovane. Ma non è questo. Il dirigente giovane dice una cosa in inglese. Tre parole in croce, pronunciate bene per carità di dio, però non era Shakespeare. Sta di fatto che il presidente della RAI dice, senza un filo di ironia, senza neanche la possibilità che fosse ironico il tono, dice una cosa tipo: visto? poi dicono che alla RAI siamo vecchi. I nostri dirigenti sono giovani e sanno persino l'inglese.

Ecco. La chiudo qui. Non credo che ci sia altro da dire. Noi lottiamo su un ring dove anche le corde sono truccate. Giochiamo a un gioco vecchio per spettatori vecchi.
Prima di tutto spegnete la TV. Per sempre. Io l'ho già fatto. Poi cominciamo a ideare un nuovo modo di parlarci. Un modo che ci faccia mangiare a noi che creiamo, che ci dia i soldi per farlo. Perché è un lavoro, non dimentichiamolo mai. Che sia anche un modo per dare a voi storie che non siano passate sotto le unghie di dinosauri del genere. Ci sono tanti modi ora, non so quale sia quello giusto. Ma ho la sensazione che non sia nessuno di quelli ora disponibili. Secondo me dobbiamo uccidere Batman prima che noi Robin possiamo davvero avere una chance. Con l'autoproduzione, la produzione di nicchia, l'ebook o qualsiasi altra cosa. O un giorno, inevitabilmente, ci ritroveremo anche noi su quel palco. E francamente non lo augurerei al mio peggior nemico.

Senza Palle II


Due cose, che sembrano non c'entrare niente.
Ma c'entrano eccome. Questa è la seconda, anche se l'ho scritta per prima. Tra poco qui sopra trovate la prima.

Boris, il film.
Partiamo con questo. Io sono un fan della serie TV. Anzi io adoro la serie TV. La venero. So le battute a memoria, so le scene a memoria, quasi tutte le scene voglio dire. Rido e sto male quando penso al monologo sulla locura.
Il film di Boris mi ha fatto schifo. Aspettate, non credo sia una mera questione di gusti. Perché ho avuto i conati di vomito alla fine e non erano, non potevano essere giustificati solo dal gusto. Boris, il film, non è neanche una brutta puntata della serie TV. Non è niente.
Anzi è peggio. Perché non è solo scritto male e girato male - il che già basterebbe. E non è solo il fatto che i personaggi agiscono a cazzo di cane, senza motivazione. Che lo stagista e Arianna si baciano senza alcun motivo nel finale, senza che ci sia progressione, come se niente fosse. Sia per chi non sa nulla sia per chi sa tutto, questo è un insulto. E non è solo quello che dice. A parte due battute felici, non fa ridere. E non è vero che Boris non deve far ridere. Boris DEVE far ridere come Fantozzi faceva ridere. Di un riso che poi a casa stai male da quanto ti ci vedi dentro. Che se non fa ridere non rifletti.

Ma non è neanche solo questo il problema.
Potrebbe essere il fatto che se non hai visto TUTTE le puntate di TUTTE e 3 le serie non capisci niente e ti perdi ogni riferimento. Allora che senso ha un film così?

Ma, di nuovo, non è questo. La cosa peggiore è che prendono per il culo il cinema senza saperlo fare. Finché affondi le mani nella melma TV perché vieni da quel mondo io lo sento che mi stai dicendo la verità. E rifletto. Rido e rifletto. Ma quanta supponenza e falsa ideologia c'è nel prendere in giro i direttori della fotografia che hanno bisogno di una luce perfetta per girare quando tu non sai fare neanche un campo lungo come dio comanda? Quanto è italiano (sì, come dice Stanis) ironizzare su quelli che si sono fatti il culo per imparare un mestiere quando tu non hai mai nemmeno provato a farlo? Fare Tv e fare cinema sono come fare il pilota di formula 1 e di motoGP. Non è impossibile passare da uno all'altro, è comunque velocità, ma diavolo se è difficile riuscirci.

Ma la cosa peggiore forse non è neanche questa. Forse il problema è che Boris, il film, prova malamente a ripetere il senso dell'ultima puntata della terza serie. Quando René decide che si è rotto le palle di provare a fare Medical Dimension, che è tutto inutile. È meglio la merda, perché solo questo si può fare in Italia. La merda. Ma nel film non è la stessa cosa. Nel film René rinuncia a fare qualcosa di bello non perché è impossibile in Italia - da qui la critica e la follia ironica della locura. No, René rinuncia perché boh, perché costa un sacco di fatica, perché è un casino e ci vuole pazienza e sei partito già male e quelli che fanno cinema c'hanno la puzza sotto il naso. Un po' poco, no?

Ma, ora la pianto, anche questa non è la cosa peggiore. La cosa peggiore per me è un'altra. Che ha a che fare con l'essere onesti con se stessi e con quello che stai facendo. Ha a che fare con l'avere le palle.
Il cinema italiano, così come molte altre cose, sta andando male. Non c'è spazio, non ci si riesce a farsi vedere in nessun modo. A meno che non lo succhi a qualche ministro o sei figlio, parente stretto di un qualche nome del cinema del passato. O sei ricco - essere ricchi è sempre un'opzione valida. Ma proprio perché è così, una volta che ci riesci ad avere un'occasione tu fai una schifezza del genere? Ma allora c'hanno ragione a dare i soldi ai cinepanettoni. C'hanno ragione sì.
Ecco, questa è la cosa peggiore. Questo aver sprecato tutto, con un colpo di coda misero e riuscito male. Con un film che è fatto male e per questo non arriva a nessuno. E che in realtà non ci prova mai, nemmeno per un secondo ad arrivare. Scusate se sono così furioso, non è che mi aspettavo di più da Boris, il film. È che mi aspettavo di più da un film che non è un cinepanettone. Tutto qui.

Poi vabbé, a un sacco di gente è piaciuto e io resto allibito ogni volta che ne leggo o sento parlare bene. Ma davvero vi è piaciuto? Ma com'è possibile? Ma secondo voi il problema dei cinepanettoni è che fanno le scoregge? Secondo voi è davvero solo per quello che la gente ride? Forse sono io che sto diventando intollerante. Ma, fidatevi, è davvero da un'altra parte il problema.